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Testimonianza di Morsiani Caterina e Gemma
Il terzo bombardamento effettuato a Maserno il 10 marzo 1945 fu senza dubbio il più violento. Non si riuscì nemmeno a capire il motivo di una distruzione così totale poiché, in quel periodo, le case di Maserno non ospitavano tedeschi. Al bombardamento seguì il lancio di spezzoni al fosforo che incendiarono totalmente tutta la casa Spuntiglia.
Noi eravamo andati a rifugiarci sotto il campanile: il grossissimo spessore dei muri ci dava un certo senso di sicurezza. Improvvisamente una fortissima scossa, poi il portale maggiore di ingresso alla chiesa, scardinato completamente, venne scaraventato sull'altare maggiore; noi rimanemmo avvolti in una nuvola di polvere. Intontiti e spaventati, uscimmo dal rifugio senza sapere deve dirigerci. Ci venne fatto di guardare la nostra casa: era completamente in fiamme. Con la disperazione nel cuore e le mani davanti al viso per non vedere quell'orrendo spettacolo, prendemmo di corsa la strada per Montespecchio.
Dove stavamo andando? Non sapevamo neppure noi. Pensammo allora ad un amico di famiglia: Ovidio Giacobazzi: "Andiamo da lui; per l'amicizia che abbiamo, ci ospiterà!...". L'accoglienza che avemmo fu di una cordialità commovente. Povero Ovidio: cercava le parole più care per consolarci: "Qui siamo al sicuro - diceva- Montespecchio è un'isola di tranquillità, non abbiamo avuto nemmeno una cannonata". E sembrava davvero così: lungo la strada avevamo visto uomini giocare al "ruzzolone". Per noi, che venivamo dall'inferno, quella sembrava una vera imprudenza. Ricordo che dicemmo loro di scappare, ma quelli continuavano tranquillamente la partita.
Ci fermammo in casa di Ovidio alcune ore. Ad un tratto lo scoppio di una cannonata fece tremare i vetri della casa. Noi, già scosse, urlammo dalla paura. Ovidio aprì la porta per vedere cosa fosse successo. Un'altra cannonata scosse fortemente la casa, poi ..... un rantolo: una scheggia aveva colpito in pieno il nostro caro amico asportandogli il capo.