Indice articoli

Intervista ai nonni di Riccardo Bernardoni. Testimonianza raccolta da Riccardo Bernardoni.
Testimonianza di Bruno Bernardoni, età 82 anni. Ha vissuto la guerra quando aveva quattordici anni; ricorda che ci si nascondeva nei rifugi, uno di questi era dietro la farmacia oppure nelle fogne, giù in Bago. Ci si nutriva di patate, castagne, poco grano e l'acqua si prendeva in Piazza 4 Novembre alla fontana, però bisognava aspettare la notte così non c'erano i bombardamenti, ma bisognava stare attenti ai soldati che erano sempre in giro a perlustrare la zona. Alla Lienda c'era il comando generale tedesco, di conseguenza tutta Montese era sottomessa all'esercito tedesco. Mio zio Bruno insieme ad altri uomini di Montese, aveva costruito bagni e grandi forni per sterilizzare i vestiti dei soldati tedeschi: gli indumenti venivano messi dentro al forno insieme ad una pastiglia: quando si era sciolta il vestito era pronto. Mio zio Bruno aveva il compito di fare fuoco nella caldaia usata per sterilizzare i vestiti dei soldati, un giorno mise troppa legna, perciò la temperatura del forno si alzò e bruciò i vestiti. Un soldato tedesco si arrabbiò tantissimo, tanto che voleva quasi ucciderlo, per fortuna un altro soldato lo difese e non lo uccisero. In un posto chiamato Pianello c'erano tre cannoni finti, fatti di legno, li avevano costruiti alla Lupinella in modo che bombardassero quelli finti e non quelli veri.
Mio nonno a quindici anni si era ferito a una gamba per colpa di una mina: era insieme a suo zio, stavano passeggiando, andavano in Bago, le mine erano disposte tutte di fianco alla strada con l'intendo di uccidere dei partigiani ma, come spesso accadeva, ad essere colpiti erano i civili, infatti quella volta una mina esplose e una scheggia finì nella gamba di mio nonno.