Indice articoli

INTERVISTA ALLE NONNE DI FEDERICA FENOCCHI. Testimonianza raccolta da Federica Fenocchi.
Io ho intervistato le mie nonne Ida Ricci ed Irene Bernardi circa i lori ricordi sulla Seconda guerra mondiale, non è stato facile perché la nonna Ida aveva solamente otto anni a quei tempi e quindi era piccola, la nonna Irene aveva sedici anni, ma la sua memoria giocava brutti scherzi, gli anni iniziavano ad essere tanti così come i danni della vecchiaia: nonna Irene infatti è morta pochi giorni dopo avermi rilasciato questa intervista.
Uno dei primi episodi raccontati da mia nonna Ida è stato quando per la prima volta ha assistito al lancio delle bombe, dagli aerei, chiamate “Bengala”, le quali provocavano grossi spostamenti d’aria. A lei è capitato alcune volte, quando camminava per strada, che lo spostamento a seguito del lancio della bomba, la facesse scaraventare dall’altra parte della strada.
Per ripararsi dalla caduta delle bombe o dalle incursioni dei militari tedeschi avevano scavato dei cunicoli sotterranei, precisamente a Iola in località “Vecchie dei Monti”. All’inizio si riparavano lì solo di notte poi, con il passare del tempo e l’ incrementarsi dei combattimenti, anche durante il giorno. Quando tutte le persone erano riparate nel rifugio sotterraneo, all’entrata vi mettevano rami, paglia, foglie secche per camuffare l’ ambiente e nasconderlo alla vista dei nemici. La nonna aveva molta paura a rimanere sotto terra chiusa, infatti ancora oggi ha difficoltà quando si trova in un luogo chiuso, senza una piccola fessura aperta.
Dopo un lungo periodo a Iola iniziarono dei forti combattimenti essendoci la guerra in prima linea,quindi mia nonna e la sua famiglia radunarono le loro tre mucche ed alcuni vestiti e fuggirono a piedi: prima si fermarono un periodo nella località di Bombiana, poi a Capugnano.
Quando percorsero il tragitto da Iola per Bombiana alla sorella della mia nonna che aveva dieci anni, scappò la sua mucca per la paura dei forti boati delle bombe. Lei iniziò ad urlare disperata dicendo: “E’ scappata la mia mucca Ronda!”.
In quel momento un soldato tedesco rubò la mucca e scappò, un altro soldato ebbe pietà di lei e le chiese: “Bambina perché piangi così disperata? Ti sei fatta male?”.
Lei rispose: “Piango perché mi hanno rubato la mia mucca Ronda!”.
Il militare le disse: “Prometto che te la farò riavere!”.
Infatti il giorno successivo la riportò.
Successivamente ripartirono sempre a piedi da Bombiana verso Capugnano e il tragitto lo fecero durante la notte per nascondersi dai militari tedeschi. La nonna mi racconta di non aver mai dimenticato il sibilo dei proiettili e delle bombe che cadevano vicino ad un ponte di ferro a Silla.
Arrivati nel paese di Capugnano vennero ospitati da una zia della nonna, la quale aveva allestito, montando reti e letti in un sotterraneo della propria casa, un dormitorio per tante persone. Durante il giorno, all’ora di pranzo, con dei secchielli andavano alla Chiesa di Capugnano dove era installata la cucina dei militari brasiliani. Si mettevano in fila per poter prendere il pasto giornaliero chiamato “rancio”, non dimentica il “Mingao” che era tipo cioccolata molto liquida che i militari regalavano in abbondanza ai bambini. In qualsiasi momento del giorno e della notte, quando improvvisamente si sentivano esplosioni di bombe o combattimenti con fucili o carri armati, loro dovevano essere sempre pronti a fuggire da un luogo all’altro.
Alla mia bisnonna i fascisti rubarono tutto l’oro e la biancheria che aveva ricamato a mano dicendo che doveva essere donata alla patria.
All’altra mia nonna, Irene, la guerra ha segnato la vita: durante un combattimento a Iola una bomba, lanciata da un aereo, uccise la sua mamma Rosa. La nonna in quel periodo rimase sola con i suoi fratelli Bettino, di sei anni, e Bruno di ventisei anni perché il loro papà era in America a lavorare in miniera. Fortunatamente il fratello maggiore Bruno era sposato e quindi la moglie Elisa sia alla nonna che al fratello minore fece da mamma.
Un altro episodio doloroso per la nonna è stato quando il fratello Bruno si trovava nel bosco a tagliare legna e, non accorgendosi che c’era una delle tante bombe inesplose, perse tutte e due le mani.
Sia alla nonna Irene che alla nonna Ida la guerra ha lasciato bruttissimi ricordi: persone morte o che avevano perso parti del corpo, tanta paura e povertà, quindi augurano a tutti di non provare mai nella loro vita l’esperienza della guerra.