Indice articoli

Testimonianza di Prima Biagini rilasciata a Daniel Venturi
Io mi chiamo Prima Biagini, sono nata il 31 agosto 1927 ed ho vissuto la seconda guerra mondiale e la liberazione di Montese, il mio paese natale, quando avevo solo 17 anni. Mi ricordo che quando eravamo sotto il dominio tedesco non c’erano né luce né acqua, nè per noi né per loro, quindi le candele erano un bene di lusso perciò quando i tedeschi, che giravano quasi o solo di notte, andavano a bussare alle porte noi aprivamo sempre senza candele in mano perché altrimenti ce le portavano via; lo stesso discorso vale anche per i beni alimentari come: sale, uova, farina, ma anche gli animali come le galline. Mi ricordo che i tedeschi, per farsi dei segnali tra di loro, lanciavano dagli aerei pezzi di legno infiammati e molte persone, anche di mia conoscenza, rimasero ferite o addirittura uccise. Poi, in quel periodo, la rocca di Montese, fu bombardata diverse volte ma, per fortuna, mai distrutta completamente grazie ad un vuoto d’aria che la proteggeva. Dopo due anni di guerra e di grande sofferenza finalmente il 14 aprile a Montese e nelle zone limitrofe arrivarono i brasiliani che ci liberarono dopo un lungo periodo di patimenti. La cosa che mi è rimasta più impressa è che la mattina in cui arrivarono i brasiliani si vedevano masse di tedeschi che si ritiravano verso il fiume, ma non capivamo cosa stesse succedendo, lo scoprimmo solo dopo alcuni giorni. Io abitavo a San Giacomo quindi le informazioni arrivavano in ritardo, ma capimmo che la guerra era finita perché non c’erano più bombardamenti. I brasiliani ci misero tre giorni a liberare Montese e dicono ancora oggi che è stata la battaglia più dura combattuta da loro in Italia.
Ricordo che la guerra è stato un bruttissimo periodo, ma anche i primi anni successivi non sono stati molto facili perché si doveva ricostruire tutto e si viveva di baratto, le uova erano la cosa più ricercata perché si potevano mangiare, ma anche il sale era molto ricercato per conservare i cibi. Oltre alle innumerevoli vite perse nella guerra, molte persone morirono anche per colpa dellemalattie, in particolare il tifo, provocato principalmente dalla sporcizia, e la difterite ( un mio parente si salvò grazie ai frati di Pavullo che avevano sempre una buona scorta di medicinali).
La mia famiglia è stata fortunata perché nessuno ha perso la vita durante la guerra.