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TESTIMONIANZA DI BRUNO BATTISTINI RACCOLTA DA DEBORAH CAMURRI
Ricordo che la guerra era ancora in corso.
Qui da noi, a Montese, erano arrivati i brasiliani e un gruppo si era stabilito vicino a casa mia, a Montespecchio.
I miei genitori pensavano, come tante altre persone che cercavano di salvarsi la pelle e le poche cose che avevano, di lasciare la nostra casa e di andare a Gaggio Montano dove abitava mia zia.
Un giorno, poco prima del buio, raccogliemmo alcuni “stracci” per cambiarci, prendemmo le sei pecore, che costituivano la nostra ricchezza, e ci incamminammo verso Gaggio.
Mentre percorrevamo la via che portava a Maserno, vedemmo un susseguirsi di fuochi e sentivamo dei colpi prodotti dalle mitragliatrici nelle zone di Salto.
Ricordo di aver avuto tanta paura e non vedevo l’ora di potermi riposare nella casa della zia.
Il viaggio fu piuttosto difficoltoso, ero un bambino e mi stancavo facilmente.
Arrivati a Monteforte trovammo dei soldati brasiliani che ci aiutarono a condurre le pecore e a portare le poche cose che avevamo oltre il confine, nel territorio di Gaggio.
Ricordo che a casa della zia mi sentivo più sicuro.
C’erano i soldati che avevano montato una tenda a forma di tunnel.
Io e mio fratello ogni mattina ci affacciavamo al tendone e i soldati ci regalavano qualcosa.
Ricordo con che gioia mangiai una banana, che non avevo mai assaggiato e non sapevo cosa fosse, il cioccolato e il pane.
Forse i soldati avevano compassione di noi bambini tristi, mal vestiti e anche affamati.
Dopo qualche settimana facemmo ritorno nella nostra casa, a Montespecchio.
Non c’era più pericolo perché il nostro territorio era stato liberato, ma c’era tanta devastazione e tanta miseria.
Nonostante le difficoltà io ero contento di essere tornato a casa mia.