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Testimonianza di Laura Balestri. Testimonianza raccolta da Oumayma El Karfi.
Mia nonna Balestri Laura, mi ha raccontato che durante la Seconda guerra mondiale i soldati tedeschi occuparono Montese e molti altri paesi della Provincia di Modena che si trovavano lungo la linea del fronte. Lei mi ha raccontato che i soldati tedeschi erano affamati, si trovavano lontano da casa e gli approvvigionamenti non arrivavano con regolarità dalla Germania, così essi rubavano tutto ciò che poteva essere mangiato. I tedeschi erano molto ben armati e spesso entravano nelle case per cercare i partigiani e se ne trovavano qualcuno lo uccidevano o, nella migliore delle ipotesi, lo deportavano in Germania in uno dei famigerati campi di concentramento. Le donne non venivano toccate e non venivano molestate in alcun modo. Gli anziani maschierano gli unici ad essere rimasti nel paese, i giovani erano stati costretti ad arruolarsi o erano partigiani.
Mia nonna ricorda benissimo il giorno in cui un giovanissimo soldato tedesco, dai capelli biondi come il grano in luglio, si presentò a casa sua e chiese un vitello in nome dell'esercito tedesco. Il papà di mia nonna, naturalmente si rifiutò di consegnargli il vitello. Il giovane soldato andò via verso il suo comando; dopo circa un'ora tornò e in un italiano molto approssimativo fece capire al mio bisnonno che se fosse tornato al comando senza il vitello il suo comandante gli aveva giurato che l'avrebbe ucciso. A queste parole il mio bisnonno si mosse a pietà e gli diede il vitellino.
La guerra è fatta da giovani sia dell'una che dell'altra parte e quando muore un giovane non si grida mai vittoria perchè è una parte del futuro di tutto il genere umano che viene uccisa.