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 IL RACCONTO DELLA NONNA ELENA GIACOBAZZI. Testimonianza raccolta da Cristina Lancellotti.
La nonna Elena durante la guerra aveva circa sette anni e ricorda che un giorno ha visto arrivare la prima cannonata che ha ucciso una donna.
Le avevano consigliato di dormire a piano terra perché sembrava che fosse più sicuro, quindi loro, per stare tutti insieme, si ritrovavano a dormire anche per terra.
Ricorda che per strada si vedevano tanti feriti e dei morti e lei ne restava ogni volta sempre più spaventata.
Quando passavano gli aerei lei, per la paura, si metteva a piangere; immaginava che qualcuno sarebbe morto sotto le bombe.
Anche i genitori della nonna Elena cercarono di nascondere la biancheria in un posto sicuro, cioè nella stalla dove mangiavano le mucche. Un brutto giorno, quando i soldati americani fecero esplodere la loro stalla, riuscirono a recuperare appena in tempo la roba, prima che andasse tutto bruciato.
Durante la guerra ci fu un’invasione di pidocchi, si trovavano ovunque, nelle coperte dei soldati e perfino nelle sopracciglia.
Quando è finita la guerra, per terra c’erano bombe inesplose ed altre armi da guerra e tante persone sono morte, oppure sono rimaste gravemente ferite, toccandole o calpestandole involontariamente.
Alla fine della guerra per le strade si vedevano passare tante persone con dei “fagotti”, che tornavano nelle loro case, la vita poteva ricominciare, si poteva riprendere a sperare in un futuro migliore per sé e per i propri figli.