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TESTIMONIANZA DI FRANCO NICOLETTI RACCOLTA DA DANIELE BERNARDI
Quando è stato liberato Montese io ero un bimbo e insieme alla mia famiglia ero sfollato a Rocchetta Sandri, oltre il Panaro, infatti in quei duri momenti per la gente di Castelluccio che doveva abbandonare la propria abitazione si prospettavano due soluzioni: attraversare il fronte o arretrare nelle retrovie; la mia famiglia (i miei 4 fratelli e i miei genitori) scelse la seconda opzione. Capimmo che Montese era stato liberato perché le campane di tutte le frazioni suonavano a festa. Quando tornammo a casa, nella Selva, trovammo l’abitazione distrutta dalle cannonate e i tedeschi ci avevano rubato: 120 pecore (ne riconobbe una mio padre a Montespecchio che recuperò) e rubarono anche i formaggi derivanti dalla lavorazione del latte di pecora. Nel pollaio ritrovammo una cassa contenente del grano nascosto prima della guerra, quello i tedeschi non l’ avevano trovato. Nel dopoguerra noi bambini ci divertivamo a cercare le cioccolate che lanciavano gli aerei statunitensi.