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Intervista a nonna Elvira Credi. Testimonianza raccolta da Sara Biagini.
Io in quei tempi avevo tre anni, i miei ricordi più che di fatti vissuti si rifanno a fatti raccontati tantissime volte in mia presenza dai miei genitori. Noi abitavamo alla Capanna, che si trovava proprio sulla linea Gotica, ovvero la linea di confine costruita dai tedeschi per impedire che gli alleati raggiungessero la Pianura Padana. Gli americani ed i brasiliani portavano a me e a tantissimi altri bambini barattoli di cioccolato con le nocciole e le gomme da masticare.
A casa Iacchino, a pochi metri dalla nostra casa, c’era la mensa dei tedeschi, dove preparavano da mangiare a tutti i soldati, invece in casa nostra si era stabilito un soldato tedesco che faceva il calzolaio e cuciva le selle dei cavalli.
Un giorno i tedeschi pensando che a casa nostra ci fossero nascosti dei partigiani misero tutte le persone con la schiena al muro con i mitra puntati verso di loro minacciando di ucciderli se non avessero rivelato dov’erano nascosti i partigiani.
Un altro giorno dei tedeschi vennero a casa nostra per cercare mio padre, volevano portarlo nei campi di concentramento, mia madre disse loro che era morto, ucciso dai loro commilitoni, essi se ne andarono e il mio papà potè uscire da dove s’era nascosto.

Le testimonianze sono state selezionate e tratte dal libro "Montese 1943-1945". Edito dal Gruppo Culturale Il Trebbo.
Nella comune di Montese morirono 225 persone per eventi bellici e 43 militari caddero o furono dichiarati dispersi nel periodo della seconda guerra mondiale.