Testimonianza di Norina Bernabei raccolta da Anselmo Ferrari
Mi chiamo Bernabei Dorina e attualmente abito a Castelluccio, ma durante la guerra abitavo alle Grotte di Iola che, nel ’44, si trovava sulla Linea Gotica. All’epoca avevo 16 anni e ricordo benissimo ciò che accadde in quel periodo. Il fronte di guerra era giunto in queste zone nell’autunno del ’44 a seguito dell’avanzata degli anglo-americani dal sud verso il nord dell’Italia e la conseguente ritirata dei tedeschi. Gli episodi che racconterò si riferiscono quindi al periodo che va dall’autunno del ’44 alla primavera del ’45. In queste zone quel periodo è stato molto bruttoperché si trovavano sulla linea del fronte e per la presenza di molti partigiani e fascisti che avevano aderito alla Repubblica di Salò e che quindi si contrapponevano in una sorta di guerra civile.
Uno degli episodi più cruenti al quale ho assistito si verificò nel dicembre del ’44. Un ufficiale tedesco passò con una pattuglia davanti a casa nostra e, sospettando che all’interno della stalla o dell’abitazione si trovassero dei soldati americani o dei partigiani, avvertì immediatamente una pattuglia provvista di mortai e fece eseguire un cannoneggiamento che durò per tutto il pomeriggio e tutta la notte. Nel caseggiato dove erano rifugiati solo dei civili, in tutto 46 persone, ci furono molti feriti. Io per tutto quel tempo tenni in braccio mio fratello, di appena sei mesi, che nonostante le mie cure e preoccupazioni, fu colpito alla testa da calcinacci e pianse per tutta la notte.
Un altro ricordo è questo: un mio vicino di casa era stato ferito durante un bombardamento e lo trasportarono in località “Alberelli”, dove c’era un comando tedesco, per poterlo curare. Da qui, dopo una prima sommaria bendatura, diedero una carriola a suo padre e gli ordinarono di metterci sopra il figlio e di portarlo, con quel mezzo, a Zocca dove c’era un ospedale militare, cosa che il papà prontamente fece.
Un altro episodio molto brutto che si è verificato vicino a casa mia è stato quando alcuni partigiani hanno ferito un soldato tedesco e quindi lo hanno catturato.
Mi viene in mente “la cicogna” che non era altro che un piccolo aereo da ricognizione degli anglo-americani i quali lo facevano volare per rilevare le postazioni tedesche. Il brutto era che dopo questi viaggi di ricognizione seguivano bombardamenti qua e là.
Gli agricoltori di queste parti avevano tutti le mucche e i carri detti “broz”: questi erano usati dai tedeschi per il trasporto di armi, viveri e quanto serviva al fronte. Mi ricordo benissimo che io e mio padre siamo stati costretti varie volte dai tedeschi ad attaccare il carro alle mucche e ad andare a fare questi trasporti che, fra l’altro, erano assai pericolosi perché si potevano incontrare delle pattuglie americane.
Quell’inverno del ’44 ci fu un’eccezionale nevicata, di oltre un metro di neve, seguita da un periodo molto freddo che fece sì che la neve restasse in terra fino a primavera e quindi tutti gli spostamenti che venivano fatti dovevano prima essere preceduti da un lavoro di spalatura, la rotta, per potere liberare i camminamenti nei quali passare. Per finire, ricordo bene lo sfollamento della mia famiglia dalle ”Grotte” alla “Morandella” che è una località nella vallata di Gaggio Montano che in quel periodo era già occupata dagli anglo-americani. E quindi era più sicura. Lì per la prima volta ho visto la cioccolata, le sigarette col filtro e delle bibite che suppongo fossero coca-cola. Quindici giorni dopo questo sfollamento, il fronte sulla Linea Gotica si è rotto e gli anglo-americani hanno liberato queste zone dell’Appennino.
Zona di Montese. Trascrizione di testimonianze - Norina Bernabei
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