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TESTIMONIANZA DI MARIO TOSETTI RACCOLTA DA DANIELE BERNARDI
Quando è stato liberato Montese io ero tornato a casa mia: a ”Casa Monti” dopo che ero sfollato nelle retrovie alla Tabina di San Martino. A casa mia c’era un comando tedesco, diretto da un capitano; questi soldati vi rimasero fino alla liberazione. Proprio un tedesco, col quale eravamo diventati amici, ci avvisò che dovevamo allontanare il nostro unico maiale perché i tedeschi, prima o poi, ce lo avrebbero portato via, così mio padre lo accompagnò, dopo avergli legato una corda ad un piede anteriore, “alla Baracca” dove, in seguito, lui ed il norcino (il macellaio) Romeo (della Canova) lo uccisero; il consiglio del tedesco ci aveva fatto salvare la carne del maiale che per noi era fondamentale. I miei genitori tardarono molto a sfollare, ma mi mandarono con i miei 4 fratelli alla Tabina, dai nonni; quando furono costretti a venire via anche loro presero l’unica mucca ed il suo vitello che non voleva camminare, i miei genitori dovettero spingerlo di continuo e furono costretti a lasciare mucca e vitello da parenti ai Prati di Maserno. Alla Tabina la mia famiglia vi rimase poco più di un mese, poi decidemmo di tornare a casa; mentre tornavamo vedemmo i tedeschi che scappavano ed abbandonavano le armi, a quel punto capimmo che la guerra era finita. Per fortuna la mucca ed il vitello li avevamo salvati per merito dei nostri parenti. Quando tornammo a casa Monti la nostra abitazione era danneggiata e tutto era in disordine. Per qualche tempo abbiamo ospitato un compaesano di Castelluccio che era rimasto senza nulla, sapendo un po’ di inglese faceva la guida ai militari americani.