[Nota di apertura: manoscritto. Non è chiaro se finalizzato ad un discorso pubblico]
Le varie campagne antipartigiane contro la resistenza si sono avute pochi mesi dopo la liberazione 1945-1946ed ogni qualvolta faceva comodo alla DC è partita con loro nei vari governi, in particolare quando si avvicinavano elezioni politiche.
Non facevano coi loro attacchi ai Partigiani, contornati dalla stampa e da certi giornalisti, spesse volte d inchieste da storici o fingendo storici di parte politica, anticomunisti con livore e veleno contro i Partigiani Comunisti, contro il PCI contro l’ANPI attribuendo a questi la responsabilità di eccidi o misfatti che appartengono a singoli individui, che hanno commesso questi fatti o per vendetta a scopo personale o famigliare, forse anche casi di omicidi comuni a scopo di rapina.
E’ deplorevole che siano venuti questi fatti, ed è sempre stato condannato puntualmente dal PCI dall’ANPI e denunciato all’opinione Pubblica ed alle forze dell’ordine perché fosse intensificata la vigilanza nelle zone più calde di questi fatti.
Sia ben chiaro che dopo ogni guerra o Rivoluzione armata lascia le sue conseguenze e purtroppo in Italia come in tanti paesi del mondo, nessuno ha potuto evitare quelle conseguenze, anche perché l’inesperienza generale mancava, lo Stato non esisteva ancora, la fame la miseria o l’egoismo ha generato la violenza.
Non esistevano forze di polizia che avessero in quegli anni uomini e mezzi di informazioni per stroncare quei fatti. Solo dopo la metà del 1947 le forze dell’ordine incominciarono ad agire, però in modo indiscriminato, seminando paura e terrore contro le masse operaie che chiedevano lavoro, e maggiormente contro i Partigiani, con lo scopo di arrestare colpevoli invece si arrestava in massa, specialmente contro a coloro che erano stati alla guida dei Partigiani, si voleva incriminare tutti con mandati di cattura inputando colpe che molti non avevano. Lo dimostra i processi fatti, i tanti Partigiani arrestati e civili, che hanno dovuto scarcerare dopo giorni di arresto e di carcere perché innocenti.
Dimostrazione più crudele era quella di celebrare i processi altrove fuori dalla Provincia di Modena e dell’Emilia. Le località preferite erano Pescara, Macerata ecc.
Non si può dimenticare il clima creato dal cap. Vesce a Reggio in complotto col Vescovo per il fatto Don Mesina. Qui a Castelfranco Emilia da Tenente Rizzo e dal torturatore Maresciallo Cau e non di meno dai vari Marescialli nei comuni di provincia e compreso la questura di Modena.
Nei processi erano spesso gli stessi Giudici che sotto al fascismo condannavano gli imputati col livore fascista in corpo con le leggi del codice fascista che vigeva ancora in Italia anche dopo il 1951.Questo basta per capire quel periodo, quelle percezioni giuste o non giuste, vedeste quanti processi ed arresti sono stati fatti, quanti ne sono stati condannati, quanti ne sono stati assolti per non aver commesso il fatto, e quanti non sono stati giudicati e hanno dovuto scarcerarli.
Dal 1945 ad oggi tanti hanno scritto libri, fatti, inchieste e purtroppo scrittori, giornalisti, storici, comandanti Partigiani, se vogliamo analizzarli nel profondo Storico ne cogliamo tante contraddizioni e spesso fatti stravolti dalla vera realtà, solo a scopo politico per denigrare l’avversario politico del suo operato addossandogli responsabilità che in vero non gli appartengono.
Oggi sono tutti teorici, fanno più che altro Demagogia sulla storia del passato, anche perché molti quel periodo non l’hanno vissuto per essere nati dopo, ed altri perché portavano ancora i pantaloni corti e nelle ricerche storiche bisogna interpellare i veri protagonisti della resistenza e coloro che erano nella polizia Partigiana, o rappresentanti del CVL, o di partito o dell’ANPI in quegli anni, senza però alterare i fatti avvenuti, essere imparziali, onesti, senza rancori e odi politici o personali, e di parte. Ma se è vero come scrive il Fantozzi nel libro “vittime dell’odio: l’ordine pubblico a Modena dopo la liberazione 1945-1946” addossando al PCI, all’ANPI la responsabilità degli eccidi avvenuti nel dopoguerra allora perché al 25 aprile le forze Partigiane non proseguirono l’epurazione degli individui compromessi coi nazifascisti e dei personaggi scomodi.
Questa calunnia dei Partigiani Comunisti Stalinisti deve rigettarsi a chi scrive quei libri, ma esigiamo che il valore civile politico morale e storico della Resistenza della stragrande maggioranza di chi vi ha partecipato non si deve minimamente collegarla ai fatti successivi, la Liberazione, quei fatti appartengono a singoli individui per motivi diversi, che non hanno a che vedere con la Resistenza. Moltissimi di costoro sono stati arrestati, processati, condannati, hanno inflitto le loro condanne, ed oggi assistiamo a casi di condannati che erano innocenti, revisione dei processi, ebbene oggi dobbiamo fare causa contro questi giudici, o Vescovi che hanno testimoniato il falso, o dire al Vaticano ritirate quelle benemerenze che avete concesso al cap. Vesce ecc.
Quando nel libro di Fantozzi si descrive gli eccidi del dopo liberazione, si elencano fatti accaduti dal 1943 al 25 aprile 45, fatti di guerra.
Ha scritto tanti fatti forse per gonfiare di più l’effetto Storico e persecutorio del dopoguerra.
A cosa vale scrivere nomi e cognomi di gente arrestata sospetta per eccidi, ma rilasciati per non aver partecipato al fatto, e tanti altri arrestati e dopo anni di carcere processati ed assolti per insufficienza di prove ed innocenti.
Questo periodo di persecuzione contro i Partigiani spiega da sé la facile emanazione di mandati di cattura, gli arresti, le torture per estorcere confessioni, e spesso accadde che gente incensurata trovandosi di fronte a questi metodi finirono per firmare verbali, come volevano le forze di polizia, e come voleva il Maresciallo Cau. Parecchi di costoro dopo essere in carcere si sono rivisti, si sono fatti coraggio, e tramite suoi legali, hanno fatto ripetere il verbale e sono stati messi in libertà. Sarebbe stato più obbiettivo se il Fantozzi si fosse recato all’ufficio Storico della Resistenza ed avesse trascritto quanti processi furono celebrati, quanti arrestati, quanti condannati, quanti messi in libertà perché quei fatti non ascritti a loro colpa, e quanti perseguitati e non processati. Solo in questo modo si fa ricerca storica sincera, onesta e non a scopo politico.
Il contributo alla Resistenza è vero la stragrande maggioranza erano iscritti al PCI ed hanno dato il loro contributo, come lo hanno dato i Partigiani D, GL, Socialisti, ecc. ma non scendiamo e non condividiamo che le colpe di errori ecc. siano solo dei Partigiani Comunisti.
A parer mio, per esperienza, per aver avuto contatti operativi militari, o di prelevamenti, o per annientare Fascisti Repubblichini o tedeschi, o spie del regime di allora, spesse volte per non dire sempre i Gruppi aderenti alla Brg. Italia o GL non erano mai d’accordo con noi, erano sempre sul rimandare. Se il movimento Partigiano si fosse mosso con l’orientamento moderatore e frenante della lotta contro i nazifascisti, le nostre forze sarebbero state sopraffatte dal nemico e la liberazione d’Italia quando sarebbe avvenuta?