PHL !
PROUD, di avere servito il mio paese
HAPPY, di essermi addestrato in montagna
LUCKY, di essere sopravvissuto, sano e salvo,
di essere tornato a casa
di avere avuto una vita magnifica con una magnifica moglie
Si tratta di un narratore meraviglioso, pieno di entusiasmo, come al solito. Le frasi più felici sono probabilmente sue.
E 'stato un piacere e un onore portare le sue storie in un racconto.
Libbie Merrow
PREFAZIONE
Nel 1939, C. Minot (Minnie) Dole, capo della Pattuglia Nazionale Sciatori venne chiamato in una audizione per spiegare come le Truppe di Sciatori Finlandesi, nelle loro divise bianche, avessero potuto sciare silenziosamente attraverso i boschi e sorprendere le truppe Russe colpendole duramente. Dopo la battaglia i Finlandesi scivolarono di nuovo nei boschi e i Russi non poterono seguirli. Poi delle Truppe da Montagna Tedesche, grazie alla loro abilità di scalatori, avevano sorpreso delle truppe Britanniche che si stavano riposando tranquillamente su un alto crinale. “Ottimo” pensò Minnie e iniziò una insistente campagna per fondare una Divisione di Truppe da Montagna. Ha combattuto e lottato per la sua idea e l’approvazione arrivò nel mese di aprile del 1941.
L’ARRUOLAMENTO
CAMP HALE
Nel frattempo l’esercito stava cercando il luogo ideale per costruire un campo di addestramento per le truppe da montagna. Yellowstone? Troppo sacro. Aspen? Troppo caro. Pando? (una desolata distesa di ghiaccio accanto ad una enorme palude) Perfetto! Il governo possedeva già la maggior parte di quel territorio. Aveva una autostrada e uno sperone di dieci miglia su cui era posata una ferrovia transcontinentale. Era a circa 3.000 metri sul livello del mare, una valle paludosa racchiusa in una ciotola di montagne.
Entrai in servizio il 30 ottobre del 1942.
In un primo momento gli uomini andarono a Camp Carson in Colorado per iniziare la loro formazione di base dal momento che Camp Hale era ancora in costruzione. La formazione di base avrebbe dovuto essere terribile ma io ed alcuni amici trovammo particolarmente orribile essere in quella calda e polverosa pianura e marciare e ancora marciare quando eravamo stati arruolati per sciare in montagna. Ho sempre pensato che era solo per tenerci occupati.
Quando il nuovo campo venne terminato, nel dicembre del 1942, il mio gruppo fu il primo ad entrarvi.
Camp Hale era molto in alto a 3.000 metri sul livello del mare. Non dovemmo mai combattere a quella latitudine e tutto ciò che riguardava l’addestramento era spesso molto estenuante fisicamente. La neve era alta e il freddo era terribile, a volte sino a 40° sotto lo zero.
In assetto di marcia ogni soldato portava 40 kg di equipaggiamento quando solo io pesavo 68 kg più il fucile, gli sci o le racchette da neve. Gli sci avevano una lunghezza di 2.3 metri di solido e duro noce americano. L’ “attacco per le scarpe” erano lungo 1.5 metri ed era piegato verso l’alto nella parte anteriore. Erano grandi per le discese. Ci si poteva sedere sopra, afferrare la punta e affrontare la pista più ripida. Per le arrampicate ho usato chiodi e moschettoni. Il nostro motto era: We climb to Conquer ! [ Noi conquistiamo scalando ]
Nei primi mesi tutti erano sciatori fucilieri e facevano parte della Tenth Light Infantry [Decima Fanteria Leggera]. Poi vi fu una grande riunione. La Decima Leggera sarebbe diventata la Decima Divisione da Montagna e alcuni uomini della truppa avrebbero dovuto usare racchette da neve al posto degli sci e impugnare armi pesanti.
Ero molto deluso di sentire che ero tra uno di quelli, da quel momento in poi sarei stato parte della Tenth Mountain Division, 87th Mountain Infantry Regiment, 3rd Battalion, M Company, plotone armi pesanti.
Ero un mitragliere e capo di una squadra di cinque uomini: due portavano le parti dell’arma e tre le munizioni. Le mitragliatrici servivano per il fuoco rapido. La 10a aveva anche mortai, per il corto raggio, e l’artiglieria, per il lungo raggio. L’artiglieria fece molta pratica e poteva anche essere divertente sparare per abbattere le valanghe.
Naturalmente non c’erano strade in quella regione selvaggia. I muli hanno trasportato tutti i carichi più pesanti. Quei muli forniti dal governo hanno avuto il miglior trattamento possibile. Ogni sera venivano nutriti e messi nelle stalle o recinti, spesso prima che i soldati si recassero alla mensa.
Chiamai il mio mulo “Big Red”. Gli uomini cavalcavano i loro muli durante i fine settimana ma solo agli ufficiali era consentito cavalcare un mulo durante le marce. Una domenica è arrivata una chiamata di emergenza per salvare dei muli che erano intrappolati nella neve profonda e bagnata. Il sole era caldo e luminoso e l’aria era chiara e sottile e dovettero essere scavate profonde trincee per liberare i muli.
Nel febbraio del 1943 ci ordinarono di fare una finta incursione sul lago Homestake, a circa 13 km di distanza, che si trovava ad una altezza ancora maggiore. Questa citazione e tratta dalle memorie di un altro uomo, Herry Poshman: “ Il sole splendeva su una lunga colonna di figure vestite di bianco lottando tutti sotto il pesante equipaggiamento. Le armi da fuoco erano imballate sulle slitte trainate da molti uomini, le armi pesanti, stufe e cucine da campo erano trasportate dai muli che lottavano sulla pancia nella neve profonda.
I polmoni scoppiavano e il sudore ci inzuppava ma raggiungemmo finalmente il nostro campo all’altezza oltre la quale non crescono più alberi. Montammo rapidamente le tende e accendemmo i fuochi. Piazzate le tende i fuochi iniziarono a sciogliere la neve portando le tende a livello del suolo, 2 metri più sotto. Il risultato. Miseria abbietta!”. E' stato così divertente poiché senza fuochi potevamo mangiare solo razioni K o C e questo significava cracker, formaggio, una scatola di fagioli, un pacchetto di caffè e uno di cacao. Usammo il cacao mescolato a neve fine per fare il gelato al cioccolato.
KISKA
Per addestrare la 10a all’invasione ci inviarono a Oceanside in California a pochi chilometri da Carmel. Dalle splendide montagne alla bellissima spiaggia! Facemmo pratica di sbarchi anfibi.
Il 29 luglio 1943 i 15.000 uomini della 10a vennero caricati su navi Victory insieme ad altri 15.000 soldati tra i quali canadesi, medici e un infermiere di sesso femminile. Le Victory sono state le grandi navi da trasporto che il Kaiser [?] aveva rapidamente costruito, così rapidamente che c’era qualche timore sulle loro doti di navigazione. Io ero sulla nave USS Zeiland.
La sera prima di lasciare San Diego le navi erano ancorate molto vicino alla riva. Potevamo vedere le luci e sentire l’emozione della città. Non sapevamo cosa ci aspettava e la tentazione di andare a divertirsi era troppa per due nostri compagni. Chiusero i loro vestiti in sacchi di plastica, presero in prestito dalla Marina dei giubbotti di salvataggio e si buttarono fuori bordo dirigendosi verso riva. Tutti i soldati affollavano le guide sul ponte per tifare per loro. La nave cominciò a sbandare pericolosamente. Non penso che il capitano lo trovò divertente e gli uomini furono recuperati e arrestati prima sulla nave poi a terra con l’accusa di avere rubato attrezzatura della Marina. Una volta che l’Esercito è su una nave della Marina la stessa ha il comando completo. Quei soldati non hanno partecipato all’invasione di Kirska ma il resto è partito la mattina successiva.
Avvicinandosi all’isola gli uomini si preparano a sbarcare. Oltre ai 40 kg di equipaggiamento avevamo maschere antigas ed eravamo stati autorizzati a trasportare tutte le armi che potevamo trasportare. Io avevo un fucile, una Colt 45 sul fianco, coltelli e molte granate. Eravamo carichi anche di tanti munizioni. Le nostre facce furono tinte di scuro con vernice mimetica. Gli uomini furono strapazzati giù per le scale di corda fin sui mezzi da sbarco dove abbiamo fatto un drammatico atterraggio da “D-Day”. Molti mezzi hanno cercato di dirigersi verso la spiaggia ma molti mezzi da sbarco rimasero bloccati sulle scogliere al largo della spiaggia per cui dovettero essere trasferiti su barche più piccole. La mia barca è rimasta bloccata ma siamo riusciti a liberarlo spingendola con lunghe pertiche. Mentre procedevamo verso la spiaggia la Marina ha sparato con i loro 16” dalle navi da battaglia. Il mondo intero è stato scosso quando i proiettili hanno raggiunto la spiaggia. Non ero mai stato un nuotatore e ho fatto il più grande salto di corsa che io abbia mai fatto per sbarcare sulla riva. Una volta sulla spiaggia la maggior parte degli uomini si accorse che erano sovraccarichi e gettarono via le maschere antigas. La spiaggia ne era piena.
Nessun giapponese ha aperto il fuoco su di noi mentre eravamo sulla spiaggia. Non si percepiva nessun suono dalle colline. In fila per due ci dirigemmo verso il centro dell’isola. Lungo la strada attraversammo campi per soldati abbandonati dai giapponesi alcuni con ancora il cibo caldo. “Dov’erano quei fastidiosi giapponesi comunque ?”
Piazzammo le tende, organizzammo il campo e cenammo. Scese la notte. “Oh no!” Improvvisamente una chiamata “ Allerta per attacco con il gas! “ Il pensiero di essere gasati era orribile. Tutti sapevano dei veterani della Prima Guerra Mondiale che avevano i polmoni rovinati. Gli uomini correvano inciampando e ruzzolando nel buio verso la spiaggia, su mani e ginocchia, alla ricerca delle maschere anti gas. La maggior parte non vennero trovate ma tutto andò perché quella notte non ci fu alcun attacco con il gas.
Più tardi, quella notte, al campo, accadde qualche cosa di grave e terribile. In ogni guerra ci sono vittime del più crudele dei casi chiamato “fuoco amico”. La percentuale è molto alta. Quella notte le unità si alternarono nervosamente per la guardia e difesa del campo dall’attacco sempre più atteso da parte dei giapponesi. Qualche soldato ha sparato una fucilata, il proiettile ha colpito una roccia sulla quale è rimbalzato causando delle scintille. I mitraglieri hanno regito istintivamente e hanno sparato nella notte. Purtroppo molti dei nostri compagni erano là fuori e alcuni sono stati uccisi.
Quelle sono state le uniche perdite da arma da fuoco che ha avuto la 10a a Kirska. Venne presto scoperto che i giapponesi avevano evacuato l’isola completamente quando avevano visto le navi americane arrivare. Protetti dalla costante nebbia, che assomigliava ad una zuppa di piselli, erano scappati imbarcandosi sui sottomarini. Se ne erano andati ma avevano lasciato molte trappole. L’isola era stata crivellata di grotte e gallerie con dei “souvenir” tentatori, un fucile o un pezzo di divisa che nascondevano trappole esplosive che si attivavano quando si toccavano. Gli ordini erano di NON scherzare con quei “souvenir” ma tuttavia un paio di uomini non ascoltarono l’avvertimento.
Una delle prime priorità era stata quella di camuffarsi dipingendoci la faccia così molti di noi fecero un bagno in uno stagno. Immaginatevi quaranta o cinquanta uomini nudi in quella acqua gelata.
Gli uomini scavarono lungamente. “Dug in” [Letteralmente: scavare dentro ovvero scavare trincee] è la giusta espressione per ciò venne fatto: montammo le tende, con le loro dimensioni di 4.80 x 4.80 metri con una parete laterale alta 1.2 metri, e scavammo delle grandi buche profonde 1.8 metri per proteggerci dai bombardamenti.
Rimanemmo 4 o 5 mesi. Passai lì il mio 21° compleanno, venerdì 13 agosto. Apprezzammo davvero tanto la Marina che portava i rifornimenti. Ma poi come portare i rifornimenti al campo ? Il terreno sull’isola era polveroso e quando era bagnato si trasformava in melma appiccicosa per cui costruimmo strade che sembravano di “velluto a coste” (tronchi affiancati) per i camion che portavano i rifornimenti.
C’erano anche attività divertenti. E’ stato divertente salire sul vulcano che si alzava per 1.200 metri sul mare. Io e i miei amici l’abbiamo scalato in ottobre e siamo stati orgogliosi di essere stati i primi uomini bianchi ad avere raggiunto la cima. Organizzammo un riparo e lasciammo un libretto di appunti dove ogni uomo ha lasciato la sua firma e indirizzo.
E’ stato divertente vedere la rara volpe blu. Gli uomini avevano l’ordine di non spararle.
Nel dicembre 1943 abbiamo lasciato l’isola. Per due settimane siamo stati in quarantena come da procedura per tutti coloro che erano stati di servizio all’estero. Non erano consessi permessi di uscita e non erano ammessi visitatori.
ITALIA
Ma nella notte del 18 aprile di notte e tra neve e ghiaccio alcuni uomini della 10a hanno scalato e conquistato Riva Ridge ed io ero tra loro! La notte successiva abbiamo preso Monte Belvedere. Minnie Dole aveva ragione ed è valsa la pena di fare tutto quell'addestramento.
HEADQUARTERS IV CORPS
The Commanding General
SUBJECT: Commendation
TO: Commanding General
10ù Mountain Division
APO345, U.S. Army
The splendid performance of the offrcers and men of the 10th Mountain Division while a part of the IV Corps' attack in the Fifth Army offensive from 14 April to 28 April inclusive, was such as to evoke unqualified praise in all military circles, and it is my desire hereby to commend you, your offrcers and men, in the very highest terms.
In fifteen days of arduous fighting, the 10th covered 105 miles in a northerly direction, an average advance of 7 miles per day. During that period you broke through the enemy Apennine defenses on you front with such impetus as to split three enemy divisions, inflicting heavy losses in men and material and throwing these many units into a state of utter confusion.
On the 7th day of your altack, advancing into the Po Valley with admirable speed, you cut highway 9 and threatened Bologna by thrusting beyond it well to the north. The infantry and annor under your cornmand raced on to seize the southern bank of the Po River and, by the evening of 23 April, with scarcely a pause, you had est¿blished a firm bridgehead across that major obstacle. Allowing the bewildered and beaten enemy forces no respite, the 10th then thrust on to seize the Villafranca aþort and the city of Verona, which your elements had cleared by early afternoon of 26 April.
Bearing northwestward, you continued the pursuit of the enemy with such relentless speed that, by the evening of 28 April, your leading elements were a good three fourths of the way up the eastern shore of Lago di Garda. At this point, the 10th was detached from IV Corps, but we continued to watch with the gteatest admiration your further northward progress, which demonstrated conclusively the fure physical condition and offensive spirit which was still maintained, even though your oflensive had continued by this time without cessation for more than three weeks.
The story of the fifteen days from 14 April to 28 April establishes for the 10th Mountain Division a record of which every offrcer and man can be justly proud. These battlefield accomplishments are now known to the entire army. Seldom has a single division contributed more effectively to an offensive which has so decisively thrown enemy forces completely off balance.
IV Corps was fortunate to have the stalwart l0ü Mountain Division available to deliver its main attack in this final offensive, and the HQ is fully aware of the important contribution you made to our success in defeating the enemy in Northwest Italy, and bringing about the cessation of hostilities.
/s/ Willis D. Crittenberger
Major General, U.S. ArmyCommanding
Commanding
EPILOGO
E' difficile valutare l'influenza degli uomini della 10a Divisione da Montagna sull'industria degli Sci. Diversi veterani fondarono aree sciistiche come Vail, Arapahoe Basin e Aspen; alcuni tra cui io, hanno aperto negozi di sci. I nostri sci e sacchi a pelo sono stati venduti per cinque dollari ciascuno ma hanno solo stuzzicato l'appetito della gente per equipaggiamenti migliori. Insiema a Gus Summe abbiamo aperto il " Veteran's Ski Shop" in Asylum Avenue dietro al centro di Hartford quando in centro c'erano i più grandi negozi e gli uffici delle grandi assicurazioni. Il negozio è stato il miglior negozio di sci e il luogo preferito da tutti per fare acquisti. Cercavamo di essere cordiali e competenti.