Nel 2016 nasce l'idea che inizia a prendere forma dalla lettura di pubblicazioni storiche, reperite in Italia e soprattutto negli Stati Uniti d'America, riguardanti fatti ed accadimenti avvenuti negli anni della Seconda guerra mondiale nei territori dell'Appennino settentrionale tra le provincie di Bologna, Modena e Pistoia.
Tra le prime documentazioni reperite vi è stata la storia del soldato John Magrath, unico soldato della 10a Divisione da Montagna a ricevere, durante la Seconda guerra mondiale, la Medaglia d'Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare dell'esercito degli Stati Uniti d'America. Magrath apparteneva alla Compagnia G dell'85° Reggimento e i successivi approfondimenti e ricerche vennero indirizzati verso quell'unità, i suoi uomini e le loro vicissitudini. Nel 2019 inizia la stesura della sceneggiatura della miniserie con il primo titolo provvisorio di MOUNTAINMEN
Nel 2020 Rosario Salemi, figlio del fu veterano Salvatore Salemi è stato il tramite per contattare nel 2021 il veterano Edward Nickerson, che nella miniserie è la voce fuori campo che racconta la storia della Compagnia, e Harriet, vedova di Thomas Brooks. L'attuale Presidente dei Discendenti della 10a Divisione da Montagna, Denise Taylor, figlia del veterano Marvin Taylor, oltre a procurare diversi contatti con discendenti di veterani, è stata l'artefice dei contatti con il figlio di Speed Murphy, morto nel 2008, e Raymond Johnson attraverso il figlio Tim. Entrambi i veterani sono ancora in vita ed hanno rispettivamente 97 e 98 anni.
Attraverso le loro memorie e lettere Luciano La Valle, promettente regista della miniserie, ha potuto dare forma all'idea e, in seguito, alla sceneggiatura basata su fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistiti.
Denise Taylor è stata anche la promotrice dell'incontro, avvenuto a Iola di Montese, tra Luciano La Valle ed i fratelli Gandolfi, Andrea e Giuliano a cui, in seguito si è affiancato Guglielmo Mattiello. I fratelli sono autori di due libri basati sulla storia della 10a Divisione da Montagna e sulle memorie e fotografie originali di soldati e ufficiali, ad essa appartenenti, rispettivamente scritte e scattate al tempo della loro permanenza in Italia, nel 1945.
La gestione del Museo Memorie d'Italia a Iola di Montese, peraltro riconosciuto dall'associazione dei Discendenti della 10a Divisione da Montagna, ha inoltre permesso ai fratelli di apprendere dagli anziani, che a quel tempo erano poco più che ragazzi, aneddoti e testimonianze di vita quotidiana come visti e vissuti dalla popolazione che, a quel tempo viveva nella paura e nelle difficoltà della guerra.
L'incontro è visto da subito dai fratelli Gandolfi sinergico al progetto Linea Gotica 1944-1945. Storia, Memoria e Territorio che, come museo, stanno portando avanti dal 2018. Per loro volontà nel 2021 nasce il 1945.Mountainmen Project che si e svilupperà per i successivi 3 anni, dal 2022 al 2024. Luciano la Valle è l'autore e regista della miniserie, Andrea e Giuliano Gandolfi insieme a Guglielmo Mattiello sono produttori esecutivi, ovvero si sono occupati di reperire le fonti finanziare e degli aspetti organizzativi, burocratici e logistici delle riprese e della post-produzione. Nel marzo del 2022 il team di produzione indica il titolo che verrà assunto definitivamente dalla miniserie: MOUNTAIMEN. Linea Gotica 1945. Supportati dal Gruppo Culturale Il Trebbo nel marzo del 2022 sono iniziate le riprese con i primi set reperiti, ricostruiti e preparati nello stesso territorio e negli stessi luoghi dove avvennero i fatti e le battaglie nel 1945, spina dorsale della miniserie doppiata anche in lingua inglese-americano, e strutturata in tre episodi mediamente di 40 minuti l'uno.
Tra i soldati, non solo americani ma anche brasiliani ed inglesi, nacquero spesso simpatie più o meno profonde sino a sfociare in vero e proprio amore che, alla fine della guerra, vide le donne seguire i mariti nella loro terra d'origine o viceversa, ma più raramente, i soldati accasarsi con la famiglia della fidanzata che, in seguito, diverrà moglie.
Il contributo della produzione alla sceneggiatura inizia nell'intero prologo della miniserie quando una di quelle donne rivive, durante la visita al museo, in una lettera scritta da un soldato, i ricordi del tempo di guerra. Questa figura, realmente esistita e dal nome di Mariarosa, attraversa tutta la miniserie, dal primo all'ultimo episodio e, insieme ad altre finestre aperte sui rapporti tra soldati e paesani, è il primo dei due motivi conduttori del progetto del museo Linea Gotica 1944-1945. Storia, Memoria e Territorio e quindi del 1945.Mountainmen Project.
Una finestra di girato nelle retrovie vede alcuni set nel paese di Prunetta dove soldati, popolazione e bambini socializzano e in quello di Campo Tizzoro dove parte del terzo episodio è dedicato al soldato Speed Murphy che perse una mano pur di non lanciare fuori dalla finestra della scuola SMI, nel cortile della quale stavano giocando gli alunni durante l'intervallo tra le lezioni, una bomba a mano innescatasi a causa di una caduta a terra accidentale.
Il secondo motivo conduttore è la ricostruzione della vita di tutti i giorni dei soldati, sia nelle retrovie che in prima linea, dall'arrivo in Italia degli uomini della Compagnia G, nei pressi del fronte della Linea Verde II, più conosciuta come Linea Gotica, nel paese di Gavinana nell'alto Appennino pistoiese. e dal dispiegamento nell'area di Monte Belvedere tra Vidiciatico e Querciola; Monte Spigolino, Monte Gorgolesco e Ronchidoso sono i luoghi in cui sono state ricostruite le sanguinose battaglie affrontate dai soldati della Compagnia G che avevano di fronte le agguerrite difese dell'esercito tedesco. Non ultima la ricostruzione dell'eroico attacco, avvenuto il 14 aprile 1945, alle postazioni tedesche di quota 909, sopra il paese di Castel d'Aiano, da parte di John Magrath che ricevette la Medal of Honor postuma in quanto rimase ucciso nella stessa giornata ma in altro contesto, dall'esplosione di una granata da mortaio tedesca.
Come sono due i motivi conduttori del progetto, due sono anche i suoi obbiettivi. Il primo, di carattere storico e culturale, è rivolto principalmente ai giovani delle nuove generazioni per tramandare e perché rimanga viva, fissandola in immagini, la memoria del passato attraverso i ricordi personali dei veterani. Soldati che allora erano ragazzi, principalmente tra i 18 e 24 anni, che vennero a combattere in Italia, per la nostra libertà, lontano da casa e dagli affetti, a contatto con gente di cultura e usanze completamente diverse, in umide buche scavate nel terreno, fredde come solo gli inverni di allora sapevano essere, circondati da pioggia e neve. Il rischio di morire da un momento all’altro a causa del fuoco di artiglieria nemico o in un combattimento, l’atroce esperienza della perdita di un compagno cambiarono e segnarono la loro vita per sempre. I ricordi e gli incubi notturni, che riferiscono molti veterani, li accompagnarono per anni, ben oltre il loro ritorno in patria.
Il secondo obbiettivo è quello di far conoscere e valorizzare il territorio dove sono avvenuti i combattimenti raccontati dalla miniserie, fornendo agli spettatori lo stimolo informato a visitare tali luoghi.
Il progetto include due contributi video, terminati nel 2024.
Il primo documentario, della durata di venti minuti, introduce lo spettatore alla storia della 10a Divisione da montagna sin dalla costituzione del primo nucleo dell'87° Reggimento di Fanteria da Montagna, al suo addestramento, sino all'arrivo in Italia della divisione. E' il prologo alla miniserie.
Il secondo documentario è un Allora e Ora di persone, paesi e campi di battaglia. Fotografie e filmati confrontati tra il 1944/45 ed il giorno d'oggi nonchè memorie di soldati e civili. Completano il documentario le fotografie dei principali monumenti alla 10a Divisione da Montagna in Appennino, tutti comprensivi di geotag
La produzione della miniserie ha visto approntati 14 set tra i quali quello ambientato nelle stanze della cucina e della camera da letto, così come apparivano al tempo della guerra, delle collezioni Raccolta di Cose Montesine del museo di Iola di Montese. Dalle cui collezioni Memorie d'Italia del museo stesso, dedicate agli eserciti che si sono affrontati nei campi di battaglia di quella zona dell'Appennino, provengono molti degli oggetti di scena utilizzati nell'ambientazione dei set della miniserie.
Gli attori e comparse sui set sono state 85 tra cui 55, in equipaggiamento militare d'epoca, la maggior parte appartenenti a gruppi di rievocazione storica quali Fubar, La Croce di Ferro, Overlord 44 FHG, Ultimo Fronte e 30 in abiti civili d'epoca. Tecnici, operatori di riprese, addetti agli effetti speciali, effetti pirotecnici, armieri, autisti degli automezzi d'epoca, fotografi back stage, addetti al trucco, parrucco e make up erano presenti dietro le scene.