Il museo Memorie d'Italia, nato nel 1999 grazie ai fratelli Andrea e Giuliano Gandolfi, fa parte del Sistema Museale di Iola di Montese, costituito nel 2010, che include la Raccolta di Cose Montesine.
Il museo Memorie d'Italia è composto da una serie di collezioni tematiche, che ospitano circa 4.000 oggetti originali dell'epoca Seconda Guerra Mondiale, che si sviluppano su 4 delle 12 sale ospitate all'interno della ex canonica nella frazione di Iola a Montese, in provincia di Modena.
Completano l'esperienza alcuni percorsi che attraversano i campi di battaglia dove soldati alleati e tedeschi combatterono nei mesi a cavallo tra il 1944 e il 1945 sulla seconda e ultima linea di resistenza della Linea Verde più conosciuta come Linea Gotica. Il museo si affaccia sulla piazza del paese, che si trova a circa 920 mt slm, di fianco alla chiesa costruita nel 1630. L'ospitalità è garantita dagli ampi parcheggi e dai vicini agriturismi, di cui uno raggiungibile con una breve passeggiata.
Le collezioni MEMORIE D'ITALIA sono suddivise in varie sale dedicate ai vari eserciti presenti sul territorio:
- Wehrmacht - Heer: la 232a Divisione di Fanteria di fanteria e 114a Divisione Jager
- US Army, 10a Divisione da Montagna,
- Força Expedicionária Brasileira (FEB), 1 Divisione di fanteria e Força Aerea Brasileira (FAB)
- Regio Esercito e della Repubblica Sociale Italiana
Una vetrina ospita alcuni oggetti in dotazione all'esercito inglese.
Tutti gli oggetti , raccolti per tipologia, rappresentano quello che avevano a disposizione i soldati in prima linea. Sono esposte uniformi, decorazioni, distintivi, armi, oggetti d'uso comune, di soccorso e vario tipo di abbigliamento ed accessori.
Le raccolte, che evidenziano le peculiarità tecniche e la qualità di mezzi anche di conforto, disponibili sino alla prima linea di combattimento, sono finalizzate a comprendere quale logistica era alle spalle dei combattenti sui vari campi di battaglia secondo l'assioma per cui le guerre vengono vinte dall'esercito che ha gli uomini più motivati e la migliore logistica.
Il museo è stato riconosciuto ufficialmente dall'Associazione dei Discendenti della 10a Divisione da Montagna che ogni tre anni organizza il ritorno sui campi di battaglia dell'alto appennino tosco-emiliano: il prossimo tour è previsto in settembre del 2025 e sarà un'altro appuntamento per ricordare i combattimenti della 5a armata alleata che, in questa zona, portarono allo sfondamento delle difese tedesche da parte dei soldati della 10a Divisione da Montagna.
I soldati Brasiliani della F.E.B., dopo la conquista di Monte Castello e Montese sostituirono gli americani nelle retrovie. Nelle sale dedicate alla storia del nostro paese sono presenti anche libri, pagelle e oggetti scolastici del ventennio.
Il museo è circondato dai campi di battaglia che tra il 1944 e il 1945 furono insanguinati dai combattimenti, che coinvolsero sia i soldati che la popolazione civile, in un inverno tra i più freddi e nevosi a memoria d'uomo. Oggi attraversano questi campi di combattimento i SENTIERI DELLA LINEA GOTICA che seguono i crinali e i boschi dove sono ancora visibili le trincee e i camminamenti degli opposti eserciti e dove è ancora possibile trovare qualche reperto bellico. Un percorso di riflessione tra castagni secolari e memorie che stanno svanendo nello scorrere del tempo.
A cavallo tra il 1944 ed il 1945 sulle alture che dominano il paese correva la Linea Verde II, seconda linea di resistenza in profondità dell'esercito tedesco, originariamente più conosciuta come Linea Gotica e rinominata, nella metà del 1944, Grune Line (Linea Verde). Immediatamente adiacente all'edificio che ospita il museo ha inizio un sentiero attrezzato che si sviluppa per circa 800 metri sul crinale del M.te Terminale. Il 3 marzo 1945 i soldati dell'86° reggimento della 10a Divisione da Montagna, una volta conquistato il monte, discesero verso l'abitato di Jola per liberarlo dalle truppe tedesche. Nel 2011 sulla cima, vicino ad un piccolo oratorio e lungo il crinale sono state ristrutturate, a cura dei fratelli Gandolfi, e in parte ricostruite, alcuni anni dopo con il contributo dell'amministrazione comunale, le trincee e un osservatorio dove i soldati dei due schieramenti si riparavano e dalle quali hanno combattuto.
Alla base del monte è stato ricostruito nel 2013, sulle testimonianze di chi allora c'era, un rifugio che veniva utilizzato dagli abitanti del paese per proteggersi dai pesanti bombardamenti, sopratutto di artiglieria, di entrambi gli schieramenti. Il sentiero principale, che si sviluppa dal parcheggio nella piazza del paese del paese lungo un crinale di circa 16 km, verso il Monte della Torraccia, Ronchidoso sino alla cima del Monte Belvedere. Il tempo di percorrenza è di circa 6 ore. Su entrambi i lati e per i lunghi tratti che attraversano i boschi sono visibili le testimoninaze dei combattimenti avvenuti quasi 80 anni fa.